“Se prendiamo la parola “simbolismo” nel suo senso più lato, - vediamo che abbraccia quasi tutta l’evoluzione della civiltà.
Cos’è infatti l’evoluzione se non una serie senza fine di sostituzioni evoluzionarie, il sostituirsi incessante di un’idea, un interesse, un’abilità, una tendenza con un’altra o con un altro?
Se consideriamo dal punto di vista genetico il progresso della mente umana, vediamo che esso non consiste – come comunemente si crede – semplicemente in un accumularsi di sovrapposizioni esterne, ma nei due processi seguenti:
da una parte abbiamo un’estensione o trasposizione d’interessi e di comprensione da idee più antiche, più semplici, più primitive, ecc. a idee più difficili e più complesse, che in un certo senso sono una continuazione delle idee precedenti e ne sono il simbolo;
e dall’altra abbiamo un continuo smascheramento dei simbolismi precedenti – il riconoscimento che questi, prima ritenuti veri letteralmente, a guardar bene non sono che aspetti o rappresentazioni della verità, quegli unici aspetti che - per ragioni affettive o intellettuali – possono, in un dato periodo, presentarsi alla nostra mente.
Basterà pensare, per esempio, all’evoluzione della religione o della scienza per accorgersi della verità di questa descrizione”.
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"È vero, principe, che una volta avete detto che il mondo sarà salvato dalla bellezza?" Dostoevski, L'Idiota
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