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Bild-Anthropologie. Entwürfe für eine Bildwissenschaft
di Giacomo Belloni

Nel suo saggio
Antropologia delle immagini (Bild-Anthropologie. Entwürfe für eine Bildwissenschaft) Hans Belting propone un nuovo approccio alla cultura dell'immagine, di matrice strettamente antropologica, non più ad esclusivo dominio della storia dell'arte, in quanto oggi inadeguata ad affrontare le complicanze contemporanee. L'urgenza di nuove metodologie si rende necessaria per orientarsi nell'abbondanza del dominio dei media di massa.
S'impone quindi una
nuova iconologia capace di dare valore al corpo dell'immagine, per troppo tempo lasciato a margine e oggi invece, anche per la presenza di tecnologie smaterializzanti, da riconsiderare seriamente. Da sempre l'uomo ha cercato di interpretare il mondo attraverso le immagini, per cui non possiamo che approcciare a esse per mezzo di qualcosa di più ampio, di interdisciplinare, di una vera e propria scienza delle immagini, una Bildwissenschaft.
Di fronte a un artefatto [...] la sfida di Belting è liberare l’immagine dall’identificazione con il mezzo che la rende visibile; se il mezzo trasmissivo e la tecnica sono inevitabilmente soggetti alla loro storicità, è necessario restituire l’immagine alla sua dimensione atemporale per riuscire a coglierne la natura più intima. (Corinne Pontillo)

Belting utilizza la sua famosa triade
immagine, medium e corpo.
Immagine rimane il termine rilevante, il vero punto di partenza; da essa non è mai possibile prescindere.
Il
Medium è quindi lo strumento necessario per la veicolazione, il supporto sul quale queste hanno luogo, che ce le rende visibili; è ciò che serve appunto per la mediazione. Il cosa di un'immagine è strettamente dipendente dalle sue modalità di trasmissione, dal come il messaggio viene veicolato. È quindi decisivo il supporto, il medium che lo contiene. In un rapporto di simbiosi di scambio reciproco tra supporto e immagine formano un tutt'uno visualizzabile che è strettamente dipendente dalla tecnica utilizzata, e di conseguenza dal tempo storico di essa.
Quindi
corpo. Ricordare, scrive Belting, vuol dire ridare loro corpo nella nostra mente. Noi stessi produciamo immagini o le possediamo nei nostri corpi o nei nostri sogni [...] immagini che aspettano solamente di essere riportate alla luce; i corpi (quindi i cervelli) sono medium viventi [...] oltre il visivo il linguaggio stesso (scritto o parlato) fungono da medium per la trasmissione. I corpi riflettono la loro storicità: cambiamo e si trasformano a secondo del tempo che vivono. Non sono mai recipienti passivi ma prendono parte alle necessità dei media che li veicolano. Il corpo - come sosteneva Platone - è quindi un media attivo che cambia e si adatta consentendo alla memoria di renderlo vivo, a differenza di qualsiasi altro media materiale, statico ed immutabile, che altro non farebbe che duplicare la morte.
Anche se gli iconoclasti distruggevano le immagini, di fatto, altro non facevano che eliminare i loro
corpi. Rimanevano comunque le immagini mentali.
I media visivi sono sostituti tecnici (
artificiali) del corpo fisico e fanno sopravvivere le immagini.
Fondamentale è la relazione, oggi profondamente cambiata rispetto ai tempi passati, tra immagine e morte. Le immagini prendevamo il posto dei defunti, tenendoli in vita, purché supportate da un corpo, un medium, meglio se tridimensionale; nulla come in questo caso la triade
immagine, medium, corpo, diventa più vera.

OMBRE DIGITALI
Non è più l'arte a svolgere un ruolo che oggi è dei
media; ci si trova difronte allo specchio e alla sua ombra, l'ombra dello stagno di Narciso. I media contemporanei simulano le ombre incorporee e caduche che le liberano da ogni pesante corporeità propria dello spazio empirico. Le immagini - anche quelle più antiche - sono nomadiche, passano da un media ad un altro.

PRESENZA ICONICA
Le immagini prendono vita da un'
assenza del corpo che può essere temporanea (spaziale) o definitiva (in caso di morte). Esse sostituiscono l'assenza del corpo con una presenza iconica che diviene assenza visibile. Le immagini portano con loro questo paradosso, ovvero il fatto di rendere visibile qualcosa che non c'è. Le immagini quindi riescono ad esserci tramite i loro media, nonostante mettono in scena un'assenza.

MIXED MEDIA
I media possono apparire da soli od insieme ad altri, in coesistenza, in
intermedialità. Inoltre, alcuni cambiano, si trasformano, come la pittura che si estende nella fotografia o il cinema che prosegue nella televisione, consentendoci di farne continuamente esperienza non solo dell'immagine da dei media passati.

IMMAGINI TRADIZIONALI?
Il
corpo è un medium vivente, in grado di percepire, ricordare e proiettare immagini. Il corpo gestisce i media come estensioni delle sue possibilità visive. I corpi ricevono mentre i media trasmettono, anche se sono essi stessi in grado di essere media, quando ad esempio viene scelto un vestito o viene esposto un tatuaggio.
Forse tra i tre termini utilizzati da Belting
immagine è quello effettivamente più complesso, soprattutto quando fa la distinzione a immagine mentale ed immagine materiale.

io@giacomobelloni.com


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"È vero, principe, che una volta avete detto che il mondo sarà salvato dalla bellezza?" Dostoevski, L'Idiota

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